Anomalie magnetiche

Strettamente collegate all’inversione di polarità sono le strane ed importantissime anomalie magnetiche riscontrate sui fondali oceanici. Per eseguire delle misurazioni del campo magnetico terrestre in mare, i magnetometri vengono trainati dietro le navi ad una certa distanza per evitare le interferenze dovute agli scafi ed ai motori. La massima parte del magnetismo misurato deriva dai basalti del fondo oceanico ricchi di magnetite.

            Durante la perlustrazione dei fondi oceanici, gli oceanografi scoprirono delle anomalie magnetiche distribuite in modo assai caratteristico. Queste anomalie rappresentano delle piccole deviazioni, dell’ordine dei milligauss, dei valori medi dell’intensità del campo magnetico terrestre. In un’area con anomalia positiva, il campo magnetico terrestre ha intensità maggiore del normale, mentre in un’area con anomalia magnetica negativa, l’intensità è minore del normale.
            Le anomalie magnetiche riscontrate nell’oceano hanno un andamento a bande lineari e parallele che continuano per centinaia di chilometri; esse presentano inoltre una distinta simmetria bilaterale rispetto alla dorsale medio – oceanica; questo accade poiché dalle dorsali si forma continuamente nuova crosta oceanica accompagnata dal progressivo allontanamento di quella già formata dall’asse della dorsale. Quindi la lava che solidifica registra le inversioni del campo magnetico terrestre e si formano delle fasce di fondale (larghe da 5 a 50 Km), simmetriche al punto di origine, che conservano proprietà magnetiche opposte. La carta delle anomalie magnetiche dei fondali oceanici risulta allora essere una carta della distribuzione della magnetizzazione, normale o inversa, delle rocce costituenti il fondo stesso. Correlando queste inversioni con la scala dei tempi geomagnetici, è stato possibile datare i fondi oceanici e si è constatato che i fondali oceanici non hanno un’età superiore a 200 milioni di anni nelle parti più antiche, età che è molto diversa da quella registrata per alcune rocce continentali che arrivano a 3,8 miliardi di anni. Questo significa che il fondo oceanico è cambiato molte volte nel corso della storia della Terra.
Altro interessante aspetto delle anomalie magnetiche dei fondi oceanici è che è possibile ricostruire la posizione dei continenti, l’uno rispetto all’altro, in un dato momento della storia della Terra. Spostando e facendo coincidere con l’asse della dorsale le anomalie associate allo stesso periodo temporale, si ottiene il profilo del fondo oceanico in quel particolare tempo geologico e quindi anche i profili delle terre emerse.
            Oltre alle anomalie dei fondali oceanici dovute alle inversioni di campo magnetico esistono anche anomalie dovute alle caratteristiche costitutive della crosta terrestre. Il campo magnetico terrestre dovrebbe infatti crescere regolarmente da 0,28 oersted all’Equatore a 0,71 oersted ai poli magnetici. In realtà tra questi due valori estremi il campo magnetico si distribuisce in modo non sempre prevedibile proprio per la presenza di anomalie di origine ancora poco nota e per le oscillazioni di cui si è parlato nel primo paragrafo. Per tale motivo lo studio delle anomalie magnetiche è riferito ad un campo magnetico normale regionale, cioè ben definito per una zona di ampiezza limitata. Le anomalie più intense e localizzate sono quelle provocate da giacimenti di materiale ferromagnetico, da rocce intrusive ed effusive ricoperte da depositi sedimentari, dal basamento cristallino. Per valutare l’intensità di queste anomalie bisogna sottrarre dalla misura sul terreno, oltre al campo normale regionale, anche le oscillazioni periodiche
Anomalie magneticheultima modifica: 2011-01-02T22:26:00+01:00da steffano72
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