Il 2010 è stato il secondo anno più caldo della storia dopo il 1998

Il 2010 è stato il secondo anno più caldo della storia dopo il 1998 almeno dal 1850, da quando cioè si registrano regolarmente le temperature. Lo ha annunciato oggi Phil Jones, direttore dell’Unità di ricerca climatica (Cru) britannica.

L’unità di Jones, che compila i dati con l’Ufficio Meteorologico Hadley Centre, è uno dei tre gruppi principali che nel mondo seguono l’andamento del riscaldamento globale. La scorsa settimana gli altri due enti, che hanno sede negli Usa, avevano detto che il 2010 poteva forse ambire al titolo di anno più caldo.
I dati indicano che tutti gli anni tranne uno dello scorso decennio sono tra i 10 più caldi, sottolineando una tendenza al riscaldamento legata alle emissioni umane di gas a effetto serra, ha detto Jones a Reuters.
“Tutti gli anni dal 2001 al 2010, escluso il 2008, sono nella top ten”.
La lotta globale contro il cambiamento climatico ha subito un colpo a seguito della crisi finanziaria, con un rallentamento dei fondi per i progetti di energia rinnovabile e con l’insuccesso nella ricerca di un nuovo patto climatico che dal 2013 prenda il posto del cosiddetto Protocollo di Kyoto.
I nuovi dati sembrano rafforzare le prove che sia l’uomo all’origine del cambiamento climatico.
L’anno scorso è stato di 0,498 gradi Celsius sopra la media 1961-1990, indicano i dati Cru-Hadley, rispetto agli 0,517 gradi del 1998. L’anno più vicino al 2010 è stato il 2005, con 0,474 gradi in più rispetto alla media 1961-1990.
la scorsa settimana il National Climatic Data Center della National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense e il Goddard Institute for Space Studies della Nasa (Giss) hanno riportato dati simili, indicando il 2010 come il possibile anno più caldo insieme al 2005.
I tre gruppi usano osservazioni simili ma in modi leggermente diversi. per esempio, il Giss tiene in maggior conto le stazioni meteorologiche artiche, dove il riscaldamento è stato più veloce.
Tutti gli anni più caldi sono separati tra loro solo da poche frazioni di grado.

  I temporali terrestri creano antimateria, cioè particelle identiche a quelle che formano la materia, ma simmetriche e con carica elettrica opposta.
Ipotizzata da Paul Dirac alla fine degli anni ’20 e verificata sperimentalmente nel 1932, potrebbe essere molto più comune di ciò che gli scienziati si aspettavano. Le ultime evidenze scientifiche hanno infatti dimostrato che l’antimateria non esiste solo all’interno del Sole, degli acceleratori di particelle o di altri complicati apparecchi scientifici, ma viene prodotta in grandi quantità durante i normali temporali terrestri (come nasce l’antimateria sul Sole? Scoprilo qui).
La scoperta è stata effettuata grazie al telescopio spaziale Fermi, in grado di rilevare le emissioni di raggi gamma. Che i temporali emettessero flash di raggi gamma è noto da tempo, ma qualche giorno fa Fermi ha rilevato un’emissione di queste onde elettromagnetiche particolarmente potente. Gli scienziati hanno scoperto che era prodotta da fasci di positroni, l’opposto degli elettroni, che colpivano il telescopio, annullandosi nello scontro con gli elettroni presenti sulla sua superficie (motori ad antimateria, teletrasporto e viaggi più veloci della luce: la fisica di Star Trek).
“È la prima prova diretta che i temporali producono antimateria” ha spiegato alla stampa Micheal Briggs dell’Università dell’Alabama.
Ma da dove arriva l’antimateria? Secondo gli scienziati i raggi gamma prodotti durante i temporali potrebbero creare positroni ed elettroni quando colpiscono gli atomi presenti nell’atmosfera terrestre. Non è chiaro quali potrebbero essere le implicazioni di questa scoperta, ma i ricercatori sono convinti che li aiuterà a risolvere il mistero che c’è dietro la formazione dei raggi gamma durante i temporali.
Scopri la teoria delle stringhe: permette di spiegare tutto, dalle particelle elementari all’ Universo.

    Il 2010 è stato il secondo anno più caldo della storia dopo il 1998ultima modifica: 2011-01-20T11:24:00+01:00da steffano72
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